Cenni storici
Abbateggio si trova sulle pendici settentrionali della Majella, a 450 m sul livello del mare in una bella posizione panoramica con vista che spazia dal massiccio del Gran Sasso al mare Adriatico.
Due terzi del suo territorio comunale fanno parte del Parco Nazionale della Majella.
Nel 2009 Abbateggio è entrato a far parte del Club nazionale dei Borghi più belli d’Italia.
Il piccolo centro abitato di Abbateggio è costituito da un nucleo antico di piccole case in candida pietra locale aggrappate ad uno sperone roccioso che domina la stretta valle del fosso Fonte Vecchia, con tortuose stradine e ripide scalinate, discendendo le quali ci si affaccia d'un tratto verso paesaggi di selvaggia bellezza e da una parte più recente, risalente ai primi anni del 1900, nella zona che circonda il Santuario della Madonna dell'Elcina.
Per le sue caratteristiche case in pietra, Abbateggio è definito “Paese presepe”.
Le prime attestazioni del nome, risalenti al XII sec., compaiono nel Chronicon Casauriense nelle forme di Bateju (a. 1111), Abbatejum (a. 1140), al tempo dell’invasione normanna di questo territorio e delle aspre contese con i monaci di San Clemente a Casauria. L’origine del toponimo potrebbe essere legato ai Normanni, che parlando l’antico francese, chiamarono la località con la voce Bateius, da ab(b)ateis “azione di abbattere”, “cosa abbattuta” e in particolare “bosco ceduo”, “bosco abbattuto di recente”.
Un’altra ipotesi sostiene che il toponimo potrebbe derivare dal nome personale proprio Badeius, anche se in merito non v'è alcuna certezza.
Le origini dell'abitato attuale sembrano risalire agli anni immediatamente successivi alla fondazione del monastero di San Clemente a Casauria ad opera di Ludovico II (871 d.C.). Tra i feudatari che si sono avvicendati nel corso dei secoli si ricordano: Riccardo Trogisio (1140), Bertrando del Balzo (1269), Corrado Acquaviva, Agnese de Trogisio (1355), Giovanni de Ursinis (1382). Nel 1390 Abbateggio risultava in potere del Regio Demanio, mentre nel 1479 ne era feudatario Giovanni Luigi Fieschi di Genova. Il 18 aprile 1487 il re Ferdinando I d'Aragona dona a Organtino de Ursinis il Contado di San Valentino comprendente, oltre la stessa San Valentino, Pianella, Bacucco (l'attuale Arsita), Abbateggio ed il Casale di Cusano (attualmente frazione di Abbateggio). Tale concessione fu confermata nel 1507 al figlio Francesco de Ursinis, che però vendette il Contado a Giacomo de Phrigiis Poenatibus de Tolfa, avo di quel Carlo, che il 3 febbraio 1583 vendette la proprietà a Margherita d'Asburgo (detta Margherita d'Austria), moglie di Ottavio Farnese, duca di Parma e Piacenza. Il Castello di Abbateggio rimase proprietà dei Farnese sino al 1731 quando, con l'estinzione del Casato farnesiano, il Ducato di Parma e Piacenza passò a Carlo III di Borbone, figlio del re di Spagna Filippo V e di Elisabetta Farnese. Da questo momento in poi il paese di Abbateggio ritorna sotto il dominio del Regno di Napoli. Durante i moti del 1799 le masse di Abbateggio si unirono a quelle dei paesi limitrofi sotto la guida del capo-massa sanfedista Francesco Paolo De Donatis per combattere contro i Francesi della Repubblica Partenopea e favorire la restaurazione dei Borbone; gli insorti però vennero sconfitti ed annientati dalle truppe francesi nei dintorni di Manoppello.
Nel periodo dell’Unità d’Italia Abbateggio fu interessato dal fenomeno del brigantaggio; furono diversi i cittadini che si unirono alla banda della Majella, di cui facevano parte i briganti Domenico Di Sciascio di Guardiagrele e Nicola Marino di Roccamorice. Come Comune indipendente, Abbateggio venne soppresso nel 1929 nell’ambito della riorganizzazione amministrativa voluta da Mussolini, che lo riunì sotto un’unica giurisdizione di San Valentino assieme a Roccamorice.
Il comune di Abbateggio venne ricostituito nel 1947 con un Decreto Legislativo Del Capo Provvisorio Dello Stato il 31 ottobre 1946.
Due terzi del suo territorio comunale fanno parte del Parco Nazionale della Majella.
Nel 2009 Abbateggio è entrato a far parte del Club nazionale dei Borghi più belli d’Italia.
Il piccolo centro abitato di Abbateggio è costituito da un nucleo antico di piccole case in candida pietra locale aggrappate ad uno sperone roccioso che domina la stretta valle del fosso Fonte Vecchia, con tortuose stradine e ripide scalinate, discendendo le quali ci si affaccia d'un tratto verso paesaggi di selvaggia bellezza e da una parte più recente, risalente ai primi anni del 1900, nella zona che circonda il Santuario della Madonna dell'Elcina.
Per le sue caratteristiche case in pietra, Abbateggio è definito “Paese presepe”.
Le prime attestazioni del nome, risalenti al XII sec., compaiono nel Chronicon Casauriense nelle forme di Bateju (a. 1111), Abbatejum (a. 1140), al tempo dell’invasione normanna di questo territorio e delle aspre contese con i monaci di San Clemente a Casauria. L’origine del toponimo potrebbe essere legato ai Normanni, che parlando l’antico francese, chiamarono la località con la voce Bateius, da ab(b)ateis “azione di abbattere”, “cosa abbattuta” e in particolare “bosco ceduo”, “bosco abbattuto di recente”.
Un’altra ipotesi sostiene che il toponimo potrebbe derivare dal nome personale proprio Badeius, anche se in merito non v'è alcuna certezza.
Le origini dell'abitato attuale sembrano risalire agli anni immediatamente successivi alla fondazione del monastero di San Clemente a Casauria ad opera di Ludovico II (871 d.C.). Tra i feudatari che si sono avvicendati nel corso dei secoli si ricordano: Riccardo Trogisio (1140), Bertrando del Balzo (1269), Corrado Acquaviva, Agnese de Trogisio (1355), Giovanni de Ursinis (1382). Nel 1390 Abbateggio risultava in potere del Regio Demanio, mentre nel 1479 ne era feudatario Giovanni Luigi Fieschi di Genova. Il 18 aprile 1487 il re Ferdinando I d'Aragona dona a Organtino de Ursinis il Contado di San Valentino comprendente, oltre la stessa San Valentino, Pianella, Bacucco (l'attuale Arsita), Abbateggio ed il Casale di Cusano (attualmente frazione di Abbateggio). Tale concessione fu confermata nel 1507 al figlio Francesco de Ursinis, che però vendette il Contado a Giacomo de Phrigiis Poenatibus de Tolfa, avo di quel Carlo, che il 3 febbraio 1583 vendette la proprietà a Margherita d'Asburgo (detta Margherita d'Austria), moglie di Ottavio Farnese, duca di Parma e Piacenza. Il Castello di Abbateggio rimase proprietà dei Farnese sino al 1731 quando, con l'estinzione del Casato farnesiano, il Ducato di Parma e Piacenza passò a Carlo III di Borbone, figlio del re di Spagna Filippo V e di Elisabetta Farnese. Da questo momento in poi il paese di Abbateggio ritorna sotto il dominio del Regno di Napoli. Durante i moti del 1799 le masse di Abbateggio si unirono a quelle dei paesi limitrofi sotto la guida del capo-massa sanfedista Francesco Paolo De Donatis per combattere contro i Francesi della Repubblica Partenopea e favorire la restaurazione dei Borbone; gli insorti però vennero sconfitti ed annientati dalle truppe francesi nei dintorni di Manoppello.
Nel periodo dell’Unità d’Italia Abbateggio fu interessato dal fenomeno del brigantaggio; furono diversi i cittadini che si unirono alla banda della Majella, di cui facevano parte i briganti Domenico Di Sciascio di Guardiagrele e Nicola Marino di Roccamorice. Come Comune indipendente, Abbateggio venne soppresso nel 1929 nell’ambito della riorganizzazione amministrativa voluta da Mussolini, che lo riunì sotto un’unica giurisdizione di San Valentino assieme a Roccamorice.
Il comune di Abbateggio venne ricostituito nel 1947 con un Decreto Legislativo Del Capo Provvisorio Dello Stato il 31 ottobre 1946.